Nel territorio di Riparbella, non lontano da Volterra e altrettanto vicino alla costa di Cecina, sorge una delle realtà vinicole in più rapida ascesa nel panorama toscano. Stiamo parlando del Podere La Regola, azienda che affonda le sue radici già nei primi del 900. All’epoca la famiglia Nuti produceva appena 30 damigiane, che servivano per il consumo familiare e pochi altri amici.

Da allora la famiglia Nuti di strada ne ha fatta. Nel 1990 i piccoli vigneti de “La Regola” diventano un’azienda vera e propria, grazie all’intuizione di Luca Nuti, che studia agraria e curerà e implementerà poi i vigneti e tutta la filiera, e suo fratello Flavio, avvocato con la passione del vino, che invece gestirà tutta la parte amministrativa e marketing, nonché i rapporti commerciali con l’estero.

Oggi i fratelli Nuti tengono le redini di un’azienda che anno dopo anno ottiene prestigiosi riconoscimenti per le proprie produzioni. Non ultimo il premio Tre Bicchieri 2019 di Gambero Rosso, che quest’anno segnala Podere La Regola tra i migliori vini toscani con il suo “La Regola ’15”, cabernet franc in purezza.

 

I tre fondatori del Podere La Regola

Famiglia Nuti

 

I fratelli Nuti non sono solo grandi produttori di ottimi vini, ma anche attenti “ascoltatori” del territorio e della storia. La loro nuova cantina infatti sorge proprio accanto al sito etrusco “Belora” risalente al VII sec. A.C., e la struttura è autonoma dal punto di vista energetico e a bassissimo impatto ambientale. Il monumentale affresco ospitato nella barriccaia è ispirato agli Etruschi ed al loro “Somnium”, realizzato dall’artista Stefano Tonelli. Un’opera che esprime il legame spirituale del popolo Etrusco con il vino trovato all’interno di molte anfore come corredo funerario.

Abbiamo incontrato Flavio Nuti per parlare del presente di Podere La Regola, ma anche per scoprire quali saranno i prossimi passi di questa grande azienda.

 

Flavio Nuti, Responsabile Marketing del Podere La Regola

Flavio Nuti

 

 

La vostra storia come azienda inizia oltre vent’anni fa… ma si può dire che le radici affondano ai primi del ‘900, quando la vostra famiglia s’installò a Riparbella e iniziò a produrre vino per uso familiare. Qual è stato il momento esatto in cui avete capito che bisognava puntare su un brand totalmente vostro?

Quando mio fratello Luca si laureò in agraria all’Università di Firenze, si aprì un nuovo scenario: fare vino in modo imprenditoriale dato che in quel momento iniziavano, sulla spinta di successi come il Sassicaia, Ornellaia e Guado al tasso, a nascere nuove aziende nell’area di  Bolgheri . Noi siamo stati i primi a credere in un terroir, già noto agli Etruschi, eccezionale per fare grandi vini di personalità in una zona come il Comune di Riparbella.

 

Si è conclusa da poco la vendemmia. Come è andata, potete già sbilanciarvi in qualche giudizio sull’annata?

Una buona annata seppur non di quantità ancora al di sotto dei livelli del 2015 e 2016.

 

Cosa significa oggi fare vino biologico? E perché avete compiuto questa scelta?

Abbiamo sempre seguito metodi di coltivazione della vite tradizionali, come ci avevano tramandato i nostri nonni, ma era necessario andare oltre e non solo per logiche di mercato, e seguire un metodo ancora più naturale come quello biologico, ripudiando l’uso di prodotti chimici di sintesi per restituire alla vite la sua naturale vigoria.
Il vino si fa in vigna e non in cantina, e quindi è la salute della vigna che restituisce al vino caratteristiche uniche e tipiche del terreno su cui cresce e si sviluppa  in sintonia con l’ambiente che la circonda. È il concetto di terroir sviluppato con successo dai cugini francesi.

 

Avete all’attivo ormai ben 12 etichette, e quello che sorprende della vostra produzione è la presenza di scelte coraggiose in Toscana, come uno spumante brut “Metodo Classico”, parallelamente all’attenzione verso vitigni autoctoni, come sangiovese e vermentino, o ad altre colture internazionali. Che storia c’è dietro la nascita di una nuova etichetta?

Abbiamo semplicemente seguito il percorso che questo eccezionale terroir ci suggeriva. Man mano che la superficie vitata cresceva , potevamo selezionare vini con proprie caratteristiche, passando dal blend di più vitigni a uvaggi in purezza. Infatti il nostro Cru La Regola, che oggi ha compiuto 20 anni da supertuscan, con un uvaggio di sangiovese, merlot e cabernet è, con l’annata 2015 – anno di completa conversione delle vigne al biologico – completamente cabernet franc in purezza.
Ma in questo percorso il sangiovese, come l’autoctono vermentino, non sono stati dimenticati ma mantenuti e vinificati in purezza. Quindi ogni vino è frutto di una accurata scelta fatta in vigna e non in cantina. Anche il brut metodo classico millesimato non dosato, l’ultimo nato, è il risultato di una sperimentazione di oltre 10 anni, con impianto di vitigni come il manseng, che solo noi per primi abbiamo, ritengo con buon successo, spumantizzato in Italia piantando circa 1 ettaro nella parte vicina al fiume.

 

Il vostro legame con il sole, gli elementi naturali e gli Etruschi è presente sin nel logo del Podere La Regola. I vostri vini si sposano così ad una storia millenaria, ovvero quella dei popoli dell’Etruria che dalla costa tirrenica risalivano l’entroterra toscano sino a Volterra. Tuttavia non siete solo legati al passato, ma anche al territorio del presente, con l’edificazione di una cantina ecocompatibile, le cui linee essenziali si sposano con il paesaggio circostante. Chi ha contribuito a dare questo volto “green” alla vostra azienda?

Volevamo fare non solo vino ma comunicare un territorio e le sue tipicità. La nuova cantina eco-sostenibile è per noi “un’ambasciata” che valorizza non solo l’arte di fare vino, ma l’arte di fare cibo e l’arte in quanto tale.
Infatti la nostra cantina ha anche uno spazio di accoglienza, una sala per convegni e riunioni con una cucina professionale per fare eventi legati al cibo locale con l’ausilio di chef, anche stellati (abbiamo realizzato proprio un libro aziendale dal nome “La regola degli chef ), e al suo interno elementi artistici ed architettonici che la impreziosiscono, come la barricaia interamente affrescata (opera unica nel suo genere) dall’artista Stefano Tonelli per 46 metri lineari e 4 metri di altezza ispirata allo spirito degli Etruschi che nei secoli hanno vissuto e prodotto vino in questo luogo noto come l’antico villaggio di Belora risalente al VII sec. a.C.
Un lavoro che ha ricevuto il premio speciale internazionale “la Fabbrica nel paesaggio” da parte della Federazione dei clubs e centri UNESCO e dal Ministero dei beni culturali , e il premio Eco-frindely da parte del Touring club Italiano.

 

Il maestro Stefano Tonelli

Il Maestro Stefano Tonelli

 

 

Oggi avete rapporti anche con clienti esteri. Quali canali sfruttate per promuovere i vostri prodotti all’estero?

Stiamo potenziando la nostra presenza nei mercati europei ed extraeuropei con una comunicazione mirata, partecipando alle fiere del vino e workshop e utilizzando oltreché il nostro sito web soprattutto i canali social, grazie anche al sostegno Comunitario offerto dall’OCM vino.

 

Ad oggi contate circa 20 ettari di vigneti, ma sappiamo che volete espandervi. L’idea è di andare anche fuori dalla zona di Riparbella? Come vedete il futuro del Podere La Regola?

Stiamo mettendo a dimora altri 5 ettari di vigneto di cabernet franc, di sangiovese e vermentino  per aumentare la produzione che oggi si attesta sulle 100 mila bottiglie proprio per sostenere la commercializzazione dei nostri vini non solo in Italia ma soprattutto all’estero.
Siamo fiduciosi quindi di una crescita che consenta di consolidare i mercati attuali e intraprenderne di nuovi senza perdere la nostra dimensione “artigianale” e di qualità.