Ospedale psichiatrico Volterra

Foto di Lorenzo Polvani Fotografie

L’ospedale Psichiatrico di Volterra nasce nel 1887 nella zona di Borgo San Lazzero con l’intento di diminuire il numero di ricoverai presenti nell’Ospedale di San Niccolò a Siena direzionati appunto verso Volterra.

Nell’aprile del 1900 la Congregazione di carità decise di affidare l’incarico di psichiatria prima e di Direttore poi a Luigi Scabia che strinse contatti con molte amministrazioni provinciali per ottenere la custodia di pazienti provenienti dalle province di Pisa, Livorno, La Spezia, Savona e dalle province di Viterbo, Nuoro, Rieti e parte della provincia di Roma. Le presenze giornaliere passarono quindi dalle 150 del 1900 alle quasi 5000 nel 1939.

La crescita esponenziale dei ricoverati portò così alla necessità di costruire nuovi padiglioni moderni e funzionali battezzati con i nomi dei più celebri studiosi, come ad esempio i padiglioni Charcot e Ferri.

Manicomio di Volterra: l’idea e il progetto

L’idea di Scabia, figura fondamentale per la nuova visione di questo genere di strutture, era quella di far apparire il manicomio come un villaggio: l’ospedale era infatti dotato di strade interne che collegavano tra loro i padiglioni, di un proprio acquedotto, di un impianto di illuminazione autonomo, di fognature, rotonde, giardinetti e arredi urbani.

In questa idea di villaggio, il malato doveva sentirsi libero di agire, per questo vennero costruite una falegnameria, un panificio, una lavanderia , un’officina elettrica, e altre botteghe in cui i degenti lavoravano; negli anni ’50 i inoltre collaborarono anche agli scavi dell’area archeologica.
Per capire l’ampiezza di questa autonomia, basti pensare che venne istituita una moneta ad uso esclusivo dei ricoverati per gli acquisti all’interno dell’ospedale.

Chi è NOF4?

Un internato, un pittore, un graffitista, un uomo.

Oreste Fernando Nannetti è l’autore dei graffiti considerati un capolavoro dell’Art Brut.

Non sappiamo molto sulla sua storia, certo è che nel 1948 viene processato per oltraggio a pubblico ufficiale e prosciolto per vizio totale di mente; nel 1958 arriva all’ospedale psichiatrico di Volterra dove risiederà fino alla chiusura dello stesso.

Nannetti, abbandonato da tutti i parenti, era convinto di essere un “astronautico ingegnere minerario, colonnello astrale, scassinatore nucleare“ o “Nannettaicus Meccanicus – santo della cellula fotoelettrica”. La sigla NOF4 corrisponde alle iniziali del nome, il “4” corrisponde al numero di matricola ricevuta all’entrata della struttura.

Nannetti, negli anni di internato, inciderà le sue idee e i suoi pensieri sulla parete esterna del Manicomio: per i graffiti utilizzerà la fibbia del suo panciotto, proprio come fosse un pennello.

NOF4 Graffiti

Foto di Gloria Marchini

Centottanta metri e ventidue centimetri di onde radio, formule, metalli, stelle, razzi, città e simboli.

Il murales, che abbraccia gran parte dell’ospedale, conoscerà la notorietà soltanto grazie alla Legge Basaglia del 1978 che porterà alla chiusura dei manicomi.

 

Com’è oggi l’ ex ospedale psichiatrico?

L’Ospedale psichiatrico viene chiuso nel 1978 con la legge n. 180 comunemente conosciuta anche come legge Basaglia. Oggi l’enorme complesso è in uno stato di degrado avanzato e così, purtroppo, anche parte del capolavoro del Nannetti.

La struttura, pericolante e fatiscente, è chiusa al pubblico se non per alcune aperture straordinarie organizzate da alcuni enti.

Foto testata di Elisa Valdambrini